METODI DI VALUTAZIONE
Esistono diversi metodi di calcolo per determinare il valore di un’azienda e la scelta della loro applicazione dipende da 4 aspetti principali:
- Finalità della valutazione
- vendita delle quote o dell’intera azienda
- operazioni di finanza straordinaria
- ricerca soci e/o investitori
- redazioni di CTU per il Tribuna
- Tipologia di business
- Settore merceologico
- Mercato di riferimento
Per determinare il valore potenziale di un’azienda e i suoi rendimenti prospettici è necessario redigere un piano industriale previsionale che tenga conto appunto degli obiettivi che l’azienda intende raggiungere, modalità e risorse necessarie.
I principali metodi calcolo utilizzati in Italia sono il metodo Patrimoniale, il metodo Reddituale, il metodo Misto Patrimoniale – Reddituale, il metodo Finanziario e il metodo EVA.
METODO PATRIMONIALE
Viene utilizzato nel caso di aziende fortemente patrimonializzate dove gli asset presenti nel patrimonio rappresentano il valore più rilevante (immobili, macchinari ecc.) Non si basa su dati previsionali soggettivi e quindi incerti ma su dati contabili oggettivi, che almeno in linea teorica, produce valori più sicuri e affidabili. Benché risulti il metodo più semplice è quello meno adeguato alle nuove dinamiche di mercato che lo rendono sempre più competitivo e mutevole. I valori ottenuti da tale criterio di stima hanno inoltre, almeno in linea teorica, il vantaggio della sicurezza e dell’affidabilità, in quanto non derivanti da previsioni soggettive (che in quanto tali possono non avverarsi) ma da dati certi ed oggettivi.
METODO REDDITUALE
Questo metodo presuppone che il valore del capitale economico di un’azienda dipenda unicamente dei flussi reddituali che essa genererà in futuro. Tale criterio fonda il valore dell’azienda sulla sua capacità di generare reddito, valutando l’azienda come complesso unitario sulla base della relazione valore – redditività. In questo caso è fondamentale redigere un piano industriale che tenga conto non solo dei dati storici ma anche previsionali, attraverso cui il valore dell’azienda sarà determinato sulla base dei redditi che sarà in grado di gene- rare in futuro in un arco di tempo definito o illimitato.
METODO MISTO PATRIMONIALE – REDDITUALE
Questo metodo rappresenta una sintesi tra i due procedimenti precedenti e ha l’obiettivo di esprimere il valore dell’azienda in funzione sia del patrimonio che della sua capacità di generare redditi. Risulta quindi più completo e in grado di ridurre il margine di soggettività del metodo reddituale, quantificando anche gli elementi oggettivi del patrimonio. Il metodo patrimoniale trascura la valutazione della redditività futura dell’azienda, quello reddituale trascura la valutazione della consistenza patrimoniale. Il metodo misto esamina contemporaneamente l’aspetto patrimoniale, che immette nella valutazione elementi di obiettività e verificabilità, e l’aspetto reddituale, determinante per il calcolo del capitale economico.
METODO FINANZIARIO
Questo metodo analizza le attività finanziarie dell’azienda e ne calcola il valore basandosi sul valore attuale dei flussi di cassa che la medesima si presume possa generare negli esercizi futuri. “Discounted Cash Flow Analysis”. Pone in evidenza la capacità dell’azienda oggetto di stima di mettere a disposizione degli investitori quei flussi monetari che residuano dopo aver effettuato gli investimenti in capitale circolante e attività fisse necessarie per garantire il perdurare della medesima in condizioni di economicità.
METODO EVA
L’acronimo EVA Economic Value Added, in italiano “il valore economico aggiunto”, misura il valore calcolato come differenza tra il reddito operativo netto e il costo del capitale impiegato per produrre quel reddito. Misura le performance dell’investimento, ovvero la creazione di valore (extra-profitto) norma- lizzata che un investimento è in grado di generare in un dato periodo, al netto della congrua remunerazione di tutti i fattori produttivi e del capitale investito nell’attività. Più in generale il metodo EVA è adatto a comprendere se gli introiti prodotti da un’azienda sono sufficienti a giustificare l’impiego di capitale che l’azienda stessa richiede e assorbe, ovvero, in parole semplici se crea valore o lo distrugge.

Le operazioni di acquisizione possono essere realizzate attraverso diverse metodologie, tra cui elenchiamo le principali:
- LBO leveraged buy-out > quando l’operazione è gestita ricorrendo al capitale di terzi
- UBO unleveraged buy-out > quando l’oggetto dell’acquisizione è rappresentato da quote e/o azioni dell’azienda target
- MBO management buy-out > quando l’acquisizione è realizzata dai manager interni all’azienda target
- MBI management buy-in > quando acquisizione è realizzata da manager esterni all’azienda target
- BIMBO buy-in management buy-out > quando l’operazione è realizzata da un “team management” composto da manager interni ed esterni, all’azienda target
In base alla tipologia di acquisizione, cambia la tipologia di acquirenti:
- FBO family buy-out > quando i membri della proprietà acquisiscono il controllo della società
- WBO employee o workers buy-out > quando chi acquisisce la proprietà della società è un gruppo di dipendenti della stessa
- RBO reverse buy-out > quando l’investitore istituzionale acquista la maggioranza delle azioni di un’impresa quotata in Borsa.
- IBO institutional buy-out > quando gli investitori specializzati diventando soci per un arco temporale medio – lungo con l’obiettivo di realizzare un guadagno di capitale attraverso la cessione della partecipazione acquisita
- SBO replacement e secondary buy out > quando la partecipazione nell’azienda target è ceduta a un altro operatore di private equity o venture capital.
Le due cose più importanti non compaiono nel bilancio di un’impresa: la sua reputazione ed i suoi uomini.
HENRY FORD